REFERENDUM, COME SI SCHIERANO I PARTITI SUL VOTO?
Domenica e lunedì prossimo, gli italiani sono chiamati alle urne per votare a cinque referendum abrogativi. Una tornata elettorale a cui l'Italia arriva non senza le consuete polemiche: i quattro referendum sul lavoro, e il quinto sulla cittadinanza agli stranieri, finora hanno catalizzato il dibattito politico formalmente solo sull'andare a votare o meno. naturale, visto che l'intera partita o quasi si gioca sul raggiungimento del quorum: rispetto ad altre tornate referendarie, quello di quest'anno non avrà la spinta di altre elezioni amministrative, se non una manciata di comuni italiani chiamati al ballottaggio, e il raggiungimento del quorum che renderà valida la votazione, e cioè che si rechi alle urne il 50% più uno degli aventi diritto al voto, sarà il vero obiettivo da portare a casa, per i comitati promotori. Mentre all'interno dello scacchiere politico, un elettore medio poco informato potrebbe finire in preda alla confusione, se provasse a ricostruire le posizioni dei partiti rispetto ai cinque quesiti. Proviamo a spiegarveli noi, allora.
Il centrodestra si presenta compatto, anche stavolta: Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia si sono schierati per l'astensione per tutti e 5 i referendum. Diversa la posizione di Noi Moderati di Maurizio Lupi, che invece ha annunciato di votare "No" a tutti i quesiti.
Diversificata è invece la posizione dei partiti di opposizione: Alleanza Verdi-Sinistra è schierata per il sì a tutti e cinque i quesiti, il partito Democratico ha una linea ufficiale a favore del Sì su tutti i referendum, ma alcuni esponenti dem hanno annunciato che voteranno Sì solo ai quesiti sulla cittadinanza e sulla sicurezza sul lavoro, e No agli altri tre che coinvolgono il Jobs Act.
Anche il Movimento 5 Stelle ha invitato i suoi elettori a votare Sì ai quattro referendum sul lavoro, lasciando libertà di voto su quello relativo alla cittadinanza, su cui però ha annunciato il suo sì Giuseppe Conte. Azione di Calenda ha annunciato che voterà Sì sul quesito sulla cittadinanza e No su tutti e quattro quelli relativi al lavoro.
Discorso diverso per Italia Viva, il partito di Matteo Renzi che fu il creatore del jobs act che qui si cerca di cancellare: la linea è il "Sì" al quesito sulla cittadinanza, , il "No" ai due quesiti sui licenziamenti e sui contratti a tempo determinato. Libertà di voto invece su responsabilità in caso di incidenti sul lavoro e risarcimenti nelle piccole imprese.
Conclude Più Europa, promotore del referendum sulla cittadinanza a cui voterà inevitabilmente "Sì". Solo due in questo caso le risposte affermative: sì a cittadinanza e sicurezza sul lavoro, no agli altri tre quesiti.