RSA: SOLO I BENESTANTI SE LE POSSONO PERMETTERE
Una persona su quattro nel padovano risulta in pensione. Per essere più precisi i pensionati presenti nel territorio euganeo sono 237.339. Tra loro molti necessitano di assistenza sanitaria e per chi può permetterselo è ospitato in qualche Residenza Sanitaria Assistenziale. E qui cominciano i guai per le famiglie o per gli anziani. Se in Veneto la media pensionistica è di 1.200 euro netti mensili, ma il 40% dei nostri anziani sopravvive in realtà con assegni sotto i 1.000 euro al mese e il costo medio mensile regionale di una RSA è di circa 2.233 € per le strutture private, mentre con impegnativa di residenzialità la retta media è di circa 1.919,70 € mensili nel 2025 , qualcosa evidentemente nel sistema sociale non torna. Importante ricordare che lo stipendio netto in Veneto in media è di circa 1.800 euro. Lasciando da parte per un momento i costi, concentriamoci sulle richieste d’ingresso in RSA. A fornire i dati è proprio l’Assessore alla Sanità e Sociale Manuela Lanzarin che ricorda che in Veneto si contano 361 RSA per 32 mila posti accreditati, con una capacità massima di 36 mila. Attualmente secondo dati diffusi dai Sindacati, sempre in Veneto in lista d’attesa per l’accesso in queste strutture ci sarebbero 10 mila anziani. È chiaro che serve riorganizzare la questione assistenza agli anziani, senza dimenticare che parliamo dei nostri genitori, nonni o di persone che hanno contribuito alla crescita e benessere del Veneto e del nostro Paese. Servono fondi, assistenza domiciliare in caso di carenza posti nelle apposite strutture ma sopratutto valorizzare anche il personale che si prende cura dei non autosufficienti la cui carenza è alla base della lunga lista d’attesa. Imporre un tetto massimo invalicabile per le rette aumentate anche di 500 euro anni nel 2025 in alcuni casi e sostenere le pensioni che non possono essere la cassa prelievi di ogni Governo.