notizie / 28/02/2024 15:34

SARA, UNA MORTE E TANTI DUBBI: ALBERTO È NEL FIUME?

Fino a che il Bacchiglione, attraversato dalle impetuosi correnti della piena, non restituirà il furgoncino da lavoro di Alberto Pittarello, non si potrà avere la risposta alla domanda più importante: se all’interno dell’abitacolo ci sia, o meno, il corpo senza vita dell’uomo ritenuto il responsabile del femminicidio della ex compagna, Sara Buratin, uccisa con venti coltellate alla schiena martedì mattina, nel giardino di casa.

Da mercoledì mattina, dopo aver interrotto le prime ricerche, i sommozzatori dei vigili del fuoco sono tornati sul luogo dove un sonar ha evidenziato la presenza di un mezzo, sul fondo del fiume. Un fiume cresciuto di un altro metro, complice il maltempo, nelle ultime 24 ore, a complicare ricerche e recupero. Lì, nella frazione di Ca’ Molin, poco distante dal centro di Bovolenta, gli inquirenti hanno ritrovato i segni di pneumatici sull’argine, qualche pezzo di carrozzeria, e duecento metri più in là hanno rinvenuto anche il suo telefono cellulare.

Ricerche riprese a fatica nella mattinata, e poi nuovamente interrotte per la sicurezza dei sommozzatori: al momento non si può escludere alcuna ipotesi, dal suicidio di Pittarello alla possibilità di una fuga, e della messinscena del furgone nel Bacchiglione.

Le indagini proseguono, intanto, anche per far luce su quanto avvenuto in mattinata nella casa di viale Italia, poco distante dalla locale stazione dei Carabinieri. Sara Buratin si trovava in casa della madre, dove era tornata a vivere da un paio di settimane a causa dei problemi con il marito: marito che l’avrebbe attirata in giardino con una scusa, consegnarle un motorino da dare alla figlia adolescente, prima di colpirla alle spalle, senza che lei potesse reagire. Il tutto si è consumato in pochissimi istanti, mentre la figlia adolescente dei due era a scuola e la l’anziana madre della vittima non si accorgeva di nulla. Fino a fare la tragica scoperta in giardino.

Da una settimana, Alberto Pittarello si era messo in ferie dal suo lavoro. Circostanza che fa sospettare i Carabinieri del nucleo investigativo, presenti alle ricerche, che il delitto potesse essere stato premeditato. Il furgone sul letto del Bacchiglione è sicuramente il suo Nissan, lo hanno confermato i dati del telaio a cui è stato possibile arrivare grazie ad un mezzo speciale dei pompieri, un eco-scandaglio arrivato direttamente da Venezia. Ma se Pittarello voleva togliersi la vita, perché disfarsi del telefono cellulare? Punti interrogativi ancora da sciogliere. Finché non verrà ripescato il furgone e all’interno non verrà trovato o meno il corpo del trentanovenne, tutte le ipotesi rimangono in piedi.

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