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L’intelligenza artificiale non è più un concetto lontano o riservato ai grandi centri dell’innovazione: è già parte del nostro quotidiano, e anche i distretti produttivi del Veneto stanno imparando a integrarla nel proprio DNA. Ne abbiamo parlato con Patrizio Boff, imprenditore e fondatore di Infinite Area, che da anni lavora per portare tecnologia e visione nelle imprese del territorio.

Per Boff, l’innovazione oggi viaggia a una velocità mai vista prima: “Non è più l’esigenza a trainare il cambiamento, ma è l’innovazione stessa che ci spinge a evolverci continuamente, a ripensare processi e dinamiche aziendali.”

L’intelligenza artificiale, sottolinea, non riguarda solo il mondo digitale: “Significa nuovi materiali, logistica più efficiente, tempi di ricerca e sviluppo più brevi. È un cambiamento che tocca ogni settore e che va accolto con apertura.”

Ma la sfida più grande è culturale: spiegare ai giovani che il futuro dell’innovazione può nascere anche qui, nelle nostre imprese e nei nostri paesaggi. “Possiamo trasferire la tecnologia,” dice Boff, “ma non possiamo trasferire il valore del territorio. È un patrimonio unico che dobbiamo saper valorizzare.”

Oggi, grazie alla rete e alla diffusione globale delle tecnologie, le opportunità non hanno più confini: “Quando esce un nuovo prodotto o una piattaforma come ChatGPT, in pochi giorni milioni di persone in tutto il mondo possono usarla. Questo ci permette di lavorare da qui, collaborando con realtà internazionali, senza complessi di inferiorità.”

L’innovazione, conclude Boff, non è una minaccia, ma un’occasione per crescere. E il territorio veneto, con la sua tradizione di creatività e saper fare, ha tutte le carte in regola per cavalcarla.