UN ANNO DOPO: PERCHÈ GIULIA È DIVENTATA UN SIMBOLO
Un anno senza Giulia. Ci stiamo lasciando alle spalle la settimana delle commemorazioni, quella che ha ricordato la figura di Giulia Cecchettin e purtroppo la sua tragica morte, avvenuta l’11 novembre di un anno fa. E stiamo entrando nella settimana che condurrà al momento cruciale del processo giudiziario a carico del suo carnefice. Tra una settimana esatta, lunedì 25 novembre, il pm pronuncerà la sua requisitoria davanti alla Corte d’Assise di Venezia, il giorno dopo toccherà agli avvocati della difesa. Poi, il 3 dicembre potrebbe arrivare quindi la sentenza per Filippo Turetta. Ma è presto, per parlarne, ci si arriverà nei prossimi giorni.
Per ora, perciò, rimane il ricordo e una considerazione da fare. La figura di Giulia Cecchettin è diventata il simbolo della lotta alle violenze di genere in Italia, nell’ultimo anno. Ha smosso le coscienza, purtroppo ancora non a sufficienza, ma ha rappresentato un punto di svolta collettivo. Perchè proprio Giulia, perché proprio lei? Cos’ha di diverso la sua vicenda, rispetto a quelle del centinaio di donne già uccise quest’anno per mano di uomini violenti e prevaricatori, delle migliaia di vittime della violenza maschile di questi ultimi decenni? La risposta è nelle parole degli specialisti del dipartimento di psicologia dell’ateneo che Giulia frequentava.