UNA MORTE ASSURDA: LO STRAZIANTE ADDIO A CHIARA

"Il suo fiore più bello, è tornato in paradiso". Sono le note scritte dalla città di Napoli, alcuni giorni fa, ad accompagnare il feretro di Chiara Jaconis fuori dalla Basilica di Prato della Valle. L'ultimo, straziante saluto della città di Padova alla sua giovane trentenne, morta in circostanze assurde, colpita alla testa da un oggetto volato da un appartamento mentre visitava i Quartieri Spagnoli insieme al fidanzato Livio, dieci giorni fa. Dietro alla bara, in legno chiaro, lui si stringe alla famiglia dei Chiara, a papà Gianfranco, a mamma Cristina, alla sorella Roberta. Ma ci sono quasi duemila persone, nella Basilica di Santa Giustizia, in un composto dolore a darle l'ultimo saluto. Gli amici di Padova, i colleghi di università, alcuni colleghi arrivati da Parigi: Chiara aveva coronato il suo sogno, lavorava per Prada, nell'alta moda. E poi tantissima gente comune, a centinaia che si sono stretti alla famiglia. Le domande sono troppe, e non è facile trovare risposte, ha detto nell'omelia don Carlo Cavallin, il parroco della chiesa della Madonna Incoronata, che Chiara l'ha vista crescere.

Il dolore della famiglia è composto, ma è struggente. Non ci sono spiegazioni per una morte assurda: perdere una figlia a trent'anni per una tragica fatalità, un concatenarsi di cause difficili da credere. Di fianco all'altare, il gonfalone del Comune di Napoli, listato a lutto, e gli agenti partenopei in alta uniforme. Per il comune di Padova, il primo cittadino e tre assessori.

Chiara parte così, verso il suo ultimo viaggio. La sorella, insieme al fidanzato, la ricordano per il suo sorriso e per la sua semplicità. una vita solare, sorridente e felice, spezzata ancora senza un perché. le indagini vanno avanti, ma ci sarà tempo per le risposte. A Padova, oggi, è solo il giorno del dolore.