ALBERTO TRENTINI, DA DUE MESI IN CELLA A CARACAS
Sessanta giorni e sessanta notti senza avere notizie di loro figlio, senza sapere nemmeno dove si trovi. A raccontare il loro dramma sono i genitori di Alberto Trentini, 45enne originario del Lido di Venezia arrestato due mesi fa in Venezuela nel corso di una missione umanitaria.
Trentini si trovava nel paese sudamericano come cooperante per portare aiuti alle persone con disabilità.
Lo scorso 15 novembre, però, è stato fermato ad un posto di blocco e trasferito a Caracas. Da quel momento il silenzio. Dalle scarse informazioni disponibili, si sa che Trentini si trova in un carcere senza che gli sia stata contestata alcuna imputazione. Nessun ha potuto vederlo né parlargli, nemmeno l’Ambasciatore italiano in Venezuela. E ad aggravare ancora di più la situazione ci sono anche le sue condizioni di salute, che rendono necessarie alcune medicine che non si sa se gli siano state messe a disposizione.
E poi l’amara constatazione: “Alberto ora è ostaggio di quel paese ma è solo una pedina”.
Una vicenda, quella del cooperante veneziano, che ricorda molto quella di Cecilia Sala, la giornalista arrestata a dicembre in Iran e riportata in Italia dopo 21 giorni grazie ai grandi sforzi diplomatici del Governo: anche nel suo caso per molti giorni non si era saputo nulla delle sue condizioni, e la notizia della sua detenzione non era stata divulgata nella speranza che la situazione si sbloccasse in breve tempo.
E in Venezuela la situazione non è certo migliore: il paese è alle prese con il governo autoritario del presidente Nicolas Maduro, giunto al suo terzo mandato, dopo la contestatissima rielezione a luglio.
Un regime, quello di Maduro, che sistematicamente arresta oppositori politici ma anche cittadini stranieri da utilizzare come pedina di scambio. Eccola qui, un’altra similitudine con il caso di Sala.
A questo si aggiungono i rapporti diplomatici pressoché assenti tra Italia e Venezuela, che rendono la questione ancora più critica.
Il Ministro degli Esteri Tajani ha convocato l'incaricato d'affari del Venezuela per protestare con forza per la mancanza di informazioni sulla detenzione di Trentini e per contestare l'espulsione di tre diplomatici italiani da Caracas.
La speranza è che anche in questo caso il Governo riesca al più presto a riportare Trentini a casa.