APRE VENEZIA 82: GAZA AL CENTRO E NELLE POLEMICHE
Il cinema non è solo spettacolo. Il cinema è anche riflessione, trasmissione di un messaggio, portatore di emozioni e di idee. E come tale, la Mostra del Cinema di Venezia che si apre al Lido non si limita a mostrare al mondo attori, attrici e lavori di grande registi o di cineasti emergenti.
A Venezia 82 la grande protagonista del dibattito pre-festival è la Striscia di Gaza. Un tema diventato centrale nella riflessione del mondo, politico e culturale, che al Lido in questi giorni si è deciso di portare come primario.
Il racconto di ciò che sta avvenendo in Palestina, ad opera dello stato israeliano e dell'esercito di Netanyahu, è stato accolto immediatamente dai vertici della Biennale e della Mostra, che in occasione della cerimonia di preapertura che si è tenuta martedì sera hanno chiesto di intervenire a don Nandino Capovilla, il parroco di Marghera che da vent'anni si batte, in prima persona per la libertà e ila vita del popolo palestinese. Il sacerdote, respinto alla frontiera da Israele non più tardi di due settimane fa, ha introdotto così la proiezione del corto di Yann Arthus Bertrand, Origin. "Questo genocidio non è un film”, ha detto, “Può essere fermato e non lo stiamo facendo, o non abbastanza".
Una presa di posizione netta, della Biennale, il cui presidente, Pietrangelo Buttafuoco, ha spiegato la decisione di dar voce a don Capovilla ammettendo che "non la speculazione né la strumentalizzazione, ma l'atto di verità ci possa condurre a una consapevolezza".
Il Lido di Venezia, sabato 30 agosto, sarà il teatro della manifestazione pro Palestina organizzata dai centri sociali del Veneto, per chiedere lo stop al genocidio e denunciare la complicità dei governi occidentali: una grande mobilitazione che continua a raccogliere adesioni da centinaia di realtà politiche, associazioni e gruppi provenienti da tutto il Veneto con una motonave in partenza da Marghera e un lungo corteo che si snoderà dall'approdo di Santa Maria Elisabetta verso il Palazzo del Cinema.
Nel mentre, però, non si placano ancora le polemiche per la richiesta del gruppo denominato Venice4Palestine: quella di ritirare l'invito a Gerald Butler e Gal Gadot, e a quegli artisti che si sono espressi a favore di Israele. La cultura dev'essere un luogo di apertura e di libera espressione, ha risposto la Biennale per voce del direttore Alberto Barbera, decidendo di non portare alcuna forma di censura a nessuno. Ma il dibattito è sempre più acceso. Alla procura di Vicenza è stata presentata una denuncia, da parte del "Comitato Fratelli Al-Najjar-Giustizia in Palestina e in Italia", a carico dell'eurodeputata vicentina Elena Donazzan, di fratelli d'italia, per le frasi pronunciate il 17 giugno al Parlamento Europeo. Donazzan, che aveva definito i figli dei palestinesi "figli di terroristi" e definendo "coraggiose" le azioni militari di Israele, è stata denunciata dagli attivisti per crimini d'odio.