CRISI E COSTI IMPAZZITI: VENEZIA PERDE 253 IMPRESE
Le attività commerciali veneziane non riescono a superare la crisi: abbigliamento, calzature, prodotti per uso domestico, addirittura negozi per animali e quelli di articoli ortopedici continuano a chiudere le serrande.
Secondo i dati della Camera di Commercio lagunare, nella città di Venezia si registra un forte declino del commercio nel territorio: nel 2023, 253 imprese hanno abbassato le saracinesche.
Stando ai fatti la gran parte dei settori è in decadimento, mentre si registra un aumento del settore dedicato al beauty, come erboristerie, cosmesi, profumerie, e nel comparto tecnologico, dai negozi di telefonia o alle apparecchiature elettroniche, che mostrano una piena espansione.
Quali sono quindi le cause che portano molti commercianti a fermare la propria attività? Secondo Massimo Zanon, presidente della Camera di Commercio di Venezia, essenzialmente tre. I tre anni di pandemia non hanno di certo aiutato a mantenere vivo il commercio ad esempio, ma non solo. Ci sono i costi impazziti delle bollette, che erodono la possibilità d’impresa di molte aziende. E c’è poi il rischio d’impresa: se negli anni Duemila c’era il boom delle partite Iva e delle aziende individuali, oggi molti preferiscono le grandi aziende e i contratti da dipendenti: le responsabilità aziendali a cui sono sottoposti gli imprenditori, oggi, presentano infatti una serie di incertezze che molti non sono più disposti ad accollarsi.