DIECIMILA IN CORTEO A MESTRE PER RICORDARE JACK
Alla fine, sabato, erano in diecimila. In tanti hanno partecipato alla manifestazione a Mestre per ricordare Giacomo Gobbato, il giovane ucciso nel tentativo di sventare una rapina.
“Riprendiamoci la città” lo slogan del corteo che ha visto la presenza di un centinaio di realtà cittadine tra associazioni, comitati, centri sociali e gruppi di opposizione in consiglio comunale.
Perché i tragici fatti di venerdì 20 settembre, in Corso del Popolo, per i promotori dell’evento non sono altro che l’ennesima dimostrazione di politiche fallimentari portate avanti negli anni dalle amministrazioni che si sono susseguite nel governo della città.
E allora nel mirino ci è finita l’attuale giunta Brugnaro, con il Sindaco peraltro finito al centro di una vicenda giudiziaria che ha visto l’arresto per corruzione dell’ex Assessore ai Trasporti Renato Boraso.
Ma al di là di questa vicenda, sulla quale la magistratura farà il suo corso, i manifestanti hanno portato all’attenzione dell’opinione pubblica tutta una serie di altre problematiche che affliggono la città: una città, per esempio, lasciata sempre più in balia del turismo e senza reali politiche a favore della residenzialità.
Ma una città anche in cui scarseggerebbero le politiche sociali: e proprio questa assenza di reali interventi non permetterebbe, dicono, di intercettare il disagio delle persone più fragili, un disagio che poi sfocia in spaccio, furti e rapine all’ordine del giorno.
Il corteo è partito dalla stazione ferroviaria, ha attraversato Corso del Popolo, dove è avvenuta la rapina che ha portato poi alla morte di Giacomo, ed è arrivato fino in Piazza Ferretto.
Ma la sensazione è che le mobilitazioni, nel prossimo futuro, non si fermeranno.