GETTÒ LA FIGLIA DAL TERRAZZO: NON ANDRÀ A PROCESSO
Aveva gettato la figlia di 5 anni dal terrazzo di casa al culmine di un momento di disperazione, ma non sarebbe stato in grado di intendere e volere. Per questo, con tutta probabilità, non andrà a processo.
Il fatto era successo lo scorso 5 gennaio a Cinto Caomaggiore, comune al confine tra Veneto e Friuli Venezia Giulia.
L’uomo, un 43enne, al culmine di una lite telefonica con l’ex moglie, aveva preso la figlia, che aveva chiuso in terrazza per non farle sentire la discussione, e l’aveva, appunto, gettata in giardino direttamente dal primo piano, prima di buttarsi a sua volta. Fortunatamente la piccola se l’era cavata solo con un trauma cranico.
Di quel fatto, da quel momento, ha sempre detto di non ricordare nulla. Insomma, un blackout.
E il perito che lo ha visitato ne ha riconosciuto l’incapacità di intendere e volere, tanto che con tutta probabilità il sostituto procuratore di Pordenone chiederà il non luogo a procedere.
Dalla perizia sarebbe emerso che nei mesi precedenti, forse a causa di una nuova frequentazione, si era interessato a temi vicini all’esoterismo, e in qualche modo si riteneva in pericolo di vita. Sarebbe stato questo, insomma, a provocargli il blackout.
Quanto alla pericolosità sociale, per il perito sarebbe improbabile ma non impossibile che l’uomo possa ripetere un gesto simile. Per cui, nei suoi confronti, è stato consigliato un percorso di monitoraggio della sua salute mentale.