MESTRE: “PER LA SICUREZZA SI PARTA DALLE CASE”
Non c’è sicurezza senza un piano per favorire la residenzialità. E’ il caso di Mestre, teatro, nelle ultime settimane, di diversi fatti di cronaca alcuni dei quali hanno avuto anche risvolti tragici.
Segno, a detta di comitati e associazioni cittadine, che la politica della repressione non basta a risolvere i problemi.
Ma cosa sta succedendo nella terraferma veneziana? Da un lato sta esplodendo il fenomeno a cui da anni si assiste anche in centro storico.
Allo stesso tempo, però, anche dove ci sono, le case popolari non vengono né ristrutturate né assegnate alle famiglie del territorio.
Solo nella zona di via Piave sono un ottantina gli alloggi pubblici sfitti, lasciati a loro stessi e addirittura recintati da più di un anno per evitare le occupazioni abusive.
Cosa fare allora? Le associazioni, a Mestre, hanno le idee chiare.
Un piano per limitare le affittanze turistiche e favorire la residenzialità anche a Mestre, allora, non è più rimandabile. Le proposte non mancano: rimodulazione delle tasse comunali, modifiche al regolamento edilizio, strumenti per favorire chi affitta a residenti e non a turisti.
Potrebbe davvero essere il primo passo per riportare la sicurezza nel Quartiere Piave.