SCATOLETTISTI E BORSEGGIATORI: RICCHI E IMPUNITI
Da un lato c’è il racket dei cosiddetti “scatolettisti”, dall’altro una situazione di degrado che ha portato già due morti in due mesi.
Venezia e Mestre (oltre a Marghera, in questo caso). Centro storico e terraferma. Le due anime del capoluogo veneto, segnate dai loro problemi.
Problemi che l’omicidio di lunedì sera in via Rizzardi ha in qualche modo unito in un’unica vicenda.
Perché l’accoltellamento mortale, secondo quanto emerso dalle indagini, sarebbe legato proprio a quel mondo lì, a quello degli scatolettisti.
Sono gli imbonitori che si approfittano dei turisti proponendo dietro pagamento un gioco molto semplice: individuare sotto quale delle tre scatole si nasconda la pallina. Che però, puntualmente, non c’è mai. Da qui la truffa che negli anni ha permesso alle forze dell’ordine di individuare e punire diversi soggetti.
Ma la pratica è difficile da estirpare. E a contendersi gli affari, a quanto pare redditizi, sarebbero più gruppi. Almeno due, quello degli albanesi e quello dei macedoni, che per regolare i conti hanno scelto di spostarsi dall’isola alla terraferma. E cosi ci è scappato il morto.
Tra residenti e commercianti di Venezia, allora, serpeggia una paura crescente, visto che il centro è già preda anche dei borseggiatori. Persone senza scrupoli che si approfittano di anziani e turisti disattenti per scipparli dei loro effetti personali. E che, anche se pizzicati dalle forze dell’ordine, vengono puntualmente rimessi in libertà. Anche per effetto della legge Cartabia, che prevede che si possa procedere solo dietro querela.
Borseggiatori e scatolettisti sempre più ricchi e spesso pure impuniti. E a poco serve l’ennesimo aumento dei controlli promesso nel Comitato per la sicurezza pubblica riunitosi in Prefettura. Del tutto inutile se poi, gli stessi borseggiatori e gli stessi scatolettisti, possono tornare a colpire indisturbati.