AGGRESSIONI AI MEDICI: DAL PREFETTO ACQUA SUL FUOCO
"Un fenomeno che non possiamo definire preoccupante". Così, di fronte ai vertici i vertici sanitari delle Ulss 7 e 8, convocati al comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, il prefetto vicentino Salvatore Caccamo ha liquidato la questione aggressioni ai camici bianchi nel territorio berico. Un tema che tiene banco da alcune settimane, ma nel cui contesto, ha detto il prefetto, l'ultima aggressione fisica si è registrata a marzo dello scorso anno, più di un anno e mezzo fa.
La preoccupazione dei medici, però, non può sgonfiarsi con le semplici rassicurazioni. Anche perché i numeri delle aziende sanitarie sono ben lontani da quelli della Prefettura. L’Ulss 8 Berica, nei primi dieci mesi dell’anno, ha registrato 170 aggressioni ai danni di medici, infermieri e operatori socio sanitari; quelle fisiche sarebbero state invece 50. Il prefetto ha replicato che un conto sono le segnalazioni, un altro gli interventi delle forze dell’ordine e le denunce. E ha fatto un’ulteriore distinzione, separando ciò che avviene nell’area di salute mentale, dove i soggetti talvolta sono anche violenti, ma per un disagio psichico, e quelle che avvengono invece in altri reparti, soprattutto i pronto soccorso. Nessun allarme, insomma, ma l'attenzione rimane alta: i medici chiedono maggiore sicurezza, chi lavora al San Bortolo lamenta che da qualche tempo il posto di polizia in ospedale sia spesso chiuso. La Prefettura ha garantito che si proverà quindi a integrare la presenza di personale, e se possibile ad estendere l'orario di apertura, che attualmente termina alle ore 20.