AUMENTO CINGHIALI: I TIMORI DEL SETTORE PRIMARIO
La proliferazione incontrollata dei cinghiali preoccupa principalmente agricoltori e allevatori. Gli ungulati creano gravi danni all’agricoltura e negli ultimi anni si è aggiunta anche la minaccia della peste suina africana, una malattia virale altamente contagiosa per i suini e i cinghiali selvatici, che si infettano con il semplice contatto muso contro muso, con una letalità alta.
L’Ispra, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, ha calcolato che nel periodo 2015-2021 la stima complessiva dei danni all’agricoltura da parte degli ungulati è stata di circa 120 milioni di euro.
I colli berici come gli euganei non sono immuni dalla proliferazione, anzi.
Nella sola area berica gli abbattimenti nel 2024 hanno coinvolto oltre mille esemplari ma sul numero dei capi è difficile fare una stima precisa perché è una popolazione costantemente in crescita.
Diviene importante anche una corretta pratica di abbattimento e di smaltimento delle carcasse. Lasciare abbandonate le carcasse nel luogo dell’abbattimento è pericoloso in quanto favorisce la diffusione della peste suina nel caso venga abbattuto un capo malato, i cui resti sono veicolo per la propagazione della malattia.
Resta il fatto che gli agricoltori e gli allevatori chiedono a gran voce piani straordinari di contenimento della specie, come anche per i lupi.
Il prossimo 10 marzo il Presidente della Provincia di Vicenza assieme ai rappresentanti dei 24 comuni berici che hanno sottoscritto la richiesta di interventi, saranno ricevuti a Roma dove metteranno sul tavolo questi problemi.