A TREVISO UN PIANO CONTRO IL CAPORALATO
Treviso dichiara guerra al nuovo schiavismo. Il fenomeno dello sfruttamento agricolo, conosciuto come caporalato, è ora sotto l’occhio del prefetto, delle istituzioni e degli enti agricoli trevigiani.
Nella mattina di mercoledì 12 marzo si è tenuta in Prefettura la prima riunione del tavolo permanente promosso dall’INPS, a cui hanno partecipato il prefetto Angelo Sidoti, gli ispettorati del lavoro, i sindacati agricoli e vari enti tra cui Coldiretti e Confagricoltura.
Obiettivo del tavolo tecnico è trovare delle soluzioni efficaci per abbattere il fenomeno del lavoro nero e caporalato, purtroppo ancora presenti nei campi del trevigiano.
Lo sfruttamento agricolo investe maggiormente braccianti stranieri, il più delle volte irregolari e per questo meno tutelati, in quanto non possono ricorrere alle forze dell’ordine.
Per questo il tavolo sta progettando una serie di iniziative volte alla prevenzione, tra cui un’autocertificazione da presentare alle aziende agricole per facilitare i controlli e la trasparenza.
Ma non basta: il prefetto Sidoti ha evidenziato come il problema del lavoro sommerso coinvolga più livelli, dalla regolarizzazione dei contratti all’integrazione dei braccianti stranieri.
Negli ultimi mesi questa forma di schiavismo ha coinvolto vari comuni del trevigiano: parliamo di Oderzo, Chiarano, Fontanelle, Cessalto e Maserada sul Piave.
Quanto di quello che mettiamo sulle nostre tavole non proviene da lavoro schiavile? Forse ancora troppo poco.
Ciò dipende anche dalla carenza di precise normative che regolino le assunzioni a tempo parziale e per periodi limitati.