OMICIDIO ZANOLA: NEL CORPO TRACCE DI PSICOFARMACI
VIGONZA PD-Un quadro davvero agghiacciante emergerebbe dall’impianto accusatorio nei confronti di Andrea Favero il 38enne accusato dell’omicidio dell’ex fidanzata Giada Zanola di 33 anni e con cui avrebbe un figlio. Secondo la ricostruzione della Procura di Padova dopo l’ennesimo litigio con il suo ex, Giada aveva annullato ormai da tempo le nozze per rifarsi una vita con un nuovo compagno, sarebbe stata stordita con un farmaco della famiglia delle benzodiazepine. Successivamente ancora viva la ragazza sarebbe stata caricata sulla macchina di famiglia, una Ford C Max, per poi venire gettata dal cavalcavia che sormonta l’A4 distante circa 1km dalla villetta in via Prati dove i due vivevano, nel comune di Vigonza nel padovano. Solo ipotesi accusatorie che al momento, a parte alcune riprese di una telecamera di videosorveglianza che sembra abbia ripreso un veicolo simile a quello in possesso a Favero, raggiungere la sopraelevata dove Giada ha perso la vita intorno alle 3.30 nella notte dello scorso 28 maggio, trovano parziali riscontri attraverso alcuni elementi emersi dall’autopsia effettuata sul corpo della giovane. I medici dell’Università di Padova, secondo indiscrezioni, sembra abbiano individuato il noto psicofarmaco che induce se assunto in quantità , stordimento e sonnolenza nei tessuti degli organi esaminati e nell’umor vitreo, massa gelatinosa che riempie l'occhio. Resta però da scoprire se il farmaco sia stato assunto in dosi massicce o per uso terapeutico. Al momento agli inquirenti non risulterebbe nessuna prescrizione medica in favore della 33enne che temeva proprio di venire avvelenata a causa della situazione di forte tensione dovuta alla fine del rapporto con Favero, confidenze che pare Giada abbia rilasciato a persone care.