UCCISE LA MOGLIE, CASSAZIONE CONFERMA L'ERGASTOLO
CADONEGHE PD-La Cassazione ha rigettato il ricorso dei legali del marocchino accusato di aver ucciso, il 24 novembre 2020 a Cadoneghe comune del padovano, la moglie, confermando l'ergastolo. Il quarantenne era stato condannato dalla Corte d'assise d'appello di Venezia che non aveva riconosciuto il vizio di mente, nemmeno in via parziale, né tantomeno le attenuanti generiche. I fratelli, i genitori e i figli della donna, che vivono a Caltanissetta, si erano costituiti parte civile assistiti rispettivamente da 4 legali.
La donna, dopo aver vissuto a Caltanissetta, si era trasferita in Veneto. Nei giorni precedenti al delitto, l'uomo avrebbe cercato in rete, con il suo smartphone, informazioni sui veleni. La moglie fu uccisa sul letto della camera matrimoniale, con un paio di pugnalate al petto. I legali dell'imputato avevano prodotto documenti con l'unico obiettivo di dimostrare l'incapacità di intendere e di volere del quarantenne, depositando anche una perizia psichiatrica.
La donna già da tempo si era rivolta ai servizi sociali del Comune di Cadoneghe, dove era residente, raccontando di un marito possessivo e violento. Chiedeva aiuto e protezione per sé e per i propri figli. Poi la donna sparì anche dal centro antiviolenza che cercava di aiutarla, con la scusa di un ricovero. Non si fece più sentire fino a quando non arrivò la notizia della sua uccisione. Ora almeno per una volta in un caso di femminicidio , le porte del carcere non si apriranno.