NUOVA INVASIONE VIA TERRA NELLA STRISCIA
Una nuova operazione via terra dell’esercito israeliano è scattata lunedì mattina a Deir Al Balah, città nel centro della Striscia di Gaza.
Domenica Israele aveva diffuso un’ordine di evacuazione, a seguito del quale più di 50 mila persone si erano messe in marcia dirette nella zona meridionale della Striscia. Almeno tre persone sono morte nel corso dei bombardamenti, altre hanno perso la vita in altri attacchi israeliani a Gaza.
Proseguono così le operazioni dello Stato ebraico per spostare sempre più a sud la quasi totalità della popolazione della Striscia di Gaza.
Obiettivo, confinare tutti gli abitanti – circa 2 milioni di persone – in quella che il Ministro della Difesa israeliano Katz ha definito una “città umanitaria” che dovrebbe sorgere sulle macerie di Rafah. Recintata, controllata a vista dall’esercito israeliano e soprattutto da cui gli abitanti della Striscia non potrebbero uscire.
Fino ad ora, comunque, gli oltre due milioni di abitanti sono già stipati solo nel 12% del territorio della Striscia, visto che il resto del territorio è già soggetto a ordini di sfollamento. Lo riporta l’agenzia umanitaria delle nazioni unite.
Tutto questo all’indomani dell’ennesima strage nel corso della distribuzione del cibo: 85 persone sono state uccise domenica. Alcuni in prossimità dei quattro punti di distribuzione della Gaza Humanitarian Foundation nel sud della Striscia, la maggior parte invece vicino al varco di Zikim, al confine con Israele, proprio mentre stavano entrando 25 convogli umanitari. E’ lì che i palestinesi si sono ammassati nel tentativo di ottenere del cibo, prima che l’esercito israeliano cominciasse a sparare.
Sempre domenica il Patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, aveva celebrato messa nella parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza, che nei giorni scorsi era stata colpita da Israele.
A fare da sottofondo alla celebrazione i consueti rumori delle esplosioni con cui da mesi i palestinesi convivono.