TRUMP, SPOSTIAMO I PALESTINESI ALTROVE
Parole di fuoco quelle di Donald Trump, che sta spiegando, in occasione del summit con il premier israeliano, la sua idea per un futuro post bellico di Gaza.
Vorrebbe infatti trasformare la striscia in una “rivière del Medio Oriente” e porla sotto il controllo degli USA.
E i gazawi? Da qualche altra parte. “Gaza è un simbolo di morte e distruzione”, e sarebbero gli stessi palestinesi a volersene andare “in altri Paesi in pace” afferma the Donald, rifiutandosi di elaborare queste parole che hanno fatto infuriare il mondo, e non solo quello arabo.
Fuori dalla Casa Bianca si è radunato infatti un corteo pro-palestina che vorrebbe il neoeletto presidente in prigione.
Nessuno è più felice del caro amico Bibi, che ha ricordato al mondo che la normalizzazione delle relazioni diplomatiche con l’Arabia Saudita non solo è fattibile, ma ci sarà. La controparte saudita non sembra però essere d’accordo, essendo indignata dalle affermazioni di Trump e riluttante nell’accettare qualsiasi avvicinamento a Israele senza la creazione di uno Stato palestinese indipendente con Gerusalemme Est come capitale.
Un alto funzionario di Hamas ha bollato le parole del tycoon come una “ricetta per creare caos nella regione”, oltre che razziste e volte a “sradicare la causa palestinese”.
Il presidente palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) respinge fermamente questo piano; “non permetteremo che i diritti del nostro popolo vengano calpestati” ha affermato il presidente.