CALENZANO, L’INCHIESTA PUNTA SULLA MANUTENZIONE
ITALIA - Nessun sabotaggio, nessun ordigno per spiegare l'esplosione di Calenzano. Non sono state trovate tracce di esplosivo nel sito. E' invece cosa certa per gli inquirenti che una manutenzione straordinaria fosse in corso nel deposito dove decine di autobotti caricano tutti i giorni carburanti e prodotti petroliferi ad alto rischio di infiammabilità ed esplosione. La procura di Prato indaga per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni e 'rimozione od omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro'.
Secondo l’ipotesi investigativa, ci potrebbero esser state presunte inadempienze, nella manutenzione straordinaria alle pensiline. Agli inquirenti risulta un guasto che causava un malfunzionamento a una linea dismessa da anni che si ripercuoteva nelle condotte di collegamento tra i silos di stoccaggio, nella parte terminale della linea di carico per le autobotti. E' su questa avaria e sulle modalità dei lavori in corso, nonché sulle condizioni di sicurezza in cui i tecnici operavano, mentre gli autisti rifornivano i camion, che puntano le ricostruzioni per trovare la causa dello scoppio che il 9 dicembre ha fatto 5 vittime e 26 feriti di cui due ustionati gravi.
Al momento non emergono indagati dalla procura di Prato che ha ordinato acquisizioni di documenti, e-mail, corrispondenza, chat, sia in più sedi dell'Eni, non solo nel deposito di Calenzano, sia alla Sergen di Potenza, la ditta specializzata in manutenzioni meccaniche.
Il deposito di Calenzano è sotto sequestro, tutte le attività sono ferme e lo resteranno per il tempo necessario. Eni ha chiesto alla procura di intervenire per smaltire acque potenzialmente inquinanti.