IL NUOVO TRAM DAL 2026 COSTERÀ 3 MILIONI IN PIÙ
Quando tra un anno il nuovo tram di Padova potrà finalmente cominciare a circolare, sulle due nuove linee attualmente entrate nel vivo della costruzione, la sua gestione ordinaria costerà al comune ogni anno tre milioni di euro in più. Soldi che Palazzo Moroni prova a recuperare dalla regione del Veneto, ma senza la garanzia di riuscirci e col rischio, quindi, che i rincari pesino anche sui biglietti, e quindi sull’utenza. Spieghiamolo bene.
Ogni anno, lo Stato italiano eroga ai territori dei soldi – il cosiddetto fondo nazionale per il trasporto pubblico locale – cosicché le amministrazioni locali possano gestire bus e tram. Fondi che vengono inviati alle regioni e poi redistribuiti sulla base di appositi bacini che corrispondono ai territori provinciali.
Ebbene, se per tutto il padovano nel 2024 sono arrivati da Venezia 39,2 milioni di euro, 3,9 milioni di questi sono stati destinati a Padova per la gestione del tram: un corrispettivo di 4 euro a chilometro percorso.
Dall’anno prossimo, o al massimo dal 2027 e cioè quando entrerà in funzione il sistema Smart, con il debutto della linea Stazione-Voltabarozzo e soprattutto quello della Rubano-Vigonza, il contributo dovrà quindi essere molto più pesante, perché il chilometraggio del serpentone blu aumenterà notevolmente. E palazzo Moroni, proprio per questo, ha chiesto alla regione un contributo di tre milioni di euro in più all’anno.
La nuova infrastruttura intreccerà tre linee muovendosi su sei capilinea e garantendo 8 diverse linee di tram, con 450 corse al giorno. Oggi, insomma, il contributo regionale per il trasporto pubblico prevede una spesa di 3,9 milioni all'anno per i 909 mila chilometri assicurati dal tram, ma con le nuove linee i costi dovrebbero raddoppiare.
Certo, alcuni attuali servizi andranno riorganizzati, e le linee che per esempio oggi fanno la spola tra stazione e ospedale saranno cancellate e coperte dal nuovo tram, ma che cosa accadrà se Busitalia non riuscirà a coprire adeguatamente i nuovi costi di gestione? Il rischio è che a pagare siano i padovani, con un rincaro nei biglietti: un’eventualità che si vuole scongiurare a tutti i costi – è proprio il caso di dirlo – e per la quale già sin d’ora, con un anno di anticipo, si stanno studiando con la Regione le possibili alternative.