IL PRESUNTO OMICIDA DI CENAJ RESTA IN CARCERE
Si è avvalso della facoltà di non rispondere l’operaio 45enne accusato dell’omicidio di Cenaj Fatos l’ex guardia penitenziaria residente a Fontaniva nel padovano. Apparso davanti al magistrato nella mattinata di martedì 16 dicembre, non ha risposto alle domande . È accusato di omicidio aggravato per futili motivi. Il suo difensore potrebbe impugnare l’ordinanza di custodia cautelare davanti al tribunale del Riesame contestando, secondo indiscrezioni, la possibilità di inquinamento delle prove e la reiterazione del reato alla base del provvedimento che ha portato all’arresto del 45enne. L’uomo è stato prelevato dalla sua abitazione a Fontaniva sabato scorso, dai Militari dell’Arma che hanno condotto le indagini in collaborazione con il Ris di Parma. Annosi attriti tra vicini di casa, il possibile movente, che hanno portato il 45enne a procurarsi online componenti per la costruzione di un’arma da fuoco rudimentale, oltre a diverso materiale per rendersi irriconoscibile: manicotti con finti tatuaggi, una mascherina con respiratore, un casco e nastro adesivo con cui cambiare colore alla bici. Il tutto per avvicinare l’odiato vicino di casa e esplodere un colpo al capo da distanza ravvicinata mentre si recava alle 8 del mattino al lavoro in un maneggio vicino casa. La vittima di 58 anni di origini albanesi, sarebbe stata trovata, la mattina dell’8 giugno 2025 esanime lungo una strada di campagna da due guardapesca che hanno pensato a una caduta accidentale dalla bici. In Ospedale a Padova la scoperta del proiettile nel cranio e la morte dopo due giorni di agonia. Un cortile condiviso, causa spesso di forti tensioni per sciocchezze; il cane che abbaia, confini non rispettati, fino all’inaspettato agguato mortale. La svolta nelle indagini grazie alla visione delle immagini di videosorveglianza della zona, che hanno permesso di individuare un ciclista completamente travisato, dettaglio curioso per il mese di giugno. Fondamentale l’intuizione di sondare gli acquisti telematici per scoprire chi avesse acquistato il particolare materiale per non farsi riconoscere che ha portato al vicino di casa di Cenaj. A conclusione i risultati degli esami dei Ris che mostrerebbero molte corrispondenze e analogie con tracce di polvere da sparo e materiali rinvenuti sia sul cadavere che sulla sua bici e tra le cose ritrovate successivamente nella disponibilità del 45enne. L’uomo al momento resta quindi in carcere.