L'ABBAZIA DI PRAGLIA APRE LE PORTE ALL'ASTRONOMIA
COLLI EUGANEI PD -Buona parte di noi è a conoscenza delle vicende legate all’Astronomo, Fisico, Matematico e molto altro ancora Galileo Galilei che da Pisa raggiunse come docente di matematica l’Università di Padova nel 1592, città in cui rimase per 18 anni. Non tutti però conoscono un’altra importante pagina legata all’osservazione e studio degli astri, scritta dall’Abate dell’Abbazia di Praglia ai piedi dei Colli Euganei, padre Gian Alberto Colombo docente ai primi del ‘700 della cattedra di astronomia e meteore, presso lo stesso Ateneo padovano. È notizia di queste ore che grazie all’insistenza di un gruppo di astronomi ed astrofisici veneti attenti alle ricchezze culturali dell’Abbazia padovana nota fin dal XI° secolo per i suoi vini , miele e prodotti ricercati di cosmesi, lo studio delle stelle potrebbe tornare vivo attraverso un progetto di ripristino della vecchia specola presente in Abbazia, torre per l’osservazione astronomica, in cui realizzare un osservatorio astronomico di moderna concezione completamente remotizzato e dotato di un potente telescopio professionale da 50cm di diametro. Lo strumento permetterà un ottimale osservazione del cosmo profondo e degli astri nel cielo notturno. L’osservatorio prenderà vita dopo il consolidamento e restauro della struttura portante che gode dell’approvazione della Soprintendenza, grazie al finanziamento pari a 89mila euro stanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio Padova Rovigo. Buffo però, tornando con il pensiero a Galileo Galilei e al suo processo per eresia celebrato presso la Santa Inquisizione a Roma a causa delle sue teorie astronomiche rivoluzionare per l’epoca, vedere oggi sorgere un osservatorio tra i monaci benedettini ma la Chiesa che riconobbe l’ingiustizia subita dallo scienziato, ha ben compreso che lo stupore dell’opera di Dio passa anche attraverso l’osservazione e studio del cosmo.