OMICIDIO CARUSO: PENA RIDOTTA, CI FU PROVOCAZIONE
                                
                                    
Ventiquattro anni di carcere in primo grado, ridotti a 20 anni in appello e ora ulteriormente ridimensionati a 17 anni dopo il secondo pronunciamento della Corte di Cassazione. È la pena definitiva pronunciata dai giudici della corte d’Assise d’Appello che hanno definito in aula bunker a Mestre la pena a carico di Valentina Boscaro, 34 anni, che nella notte tra il 25 e 26 settembre 2022 uccise il fidanzato Mattia Caruso, 30enne all'epoca dei fatti avvenuti all'esterno di una discoteca dove i due avevano avuto una lite perché lui non riusciva ad accettare l'indipendenza della donna.
L'attenuante decisiva sarebbe proprio il comportamento dell'uomo, morto dopo una colluttazione con la fidanzata che lo colpì al petto, spiegando poi agli inquirenti che a uccidere Mattia Caruso, venditore ambulante di dolciumi, sarebbe stato un ignoto aggressore, mai esistito, come confessato dalla stessa donna dopo una settimana di bugie contraddittorie. I giudici hanno tenuto conto delle minacce e delle botte ricevute dalla donna in più occasioni. Uno stato di prostrazione che rinforza le attenuanti rispetto alle aggravanti dell'omicidio. La donna, considerata non pericolosa né a rischio di fuga da parte del tribunale del riesame, sta finendo di scontare la pena a casa, in quanto madre di una bimba minore.