PADOVA ANTIFASCISTA, ECCO I LUOGHI DELLA RESISTENZA
Nelle fasi più cruente della Seconda Guerra Mondiale anche Padova è stata città di resistenza. Un'eredità antifascista che vive ancora oggi e che si manifesta, in particolare, in alcuni luoghi simbolo.
Lo è, ad esempio, via Santa Lucia, in pieno centro storico. Qui una lapide ricorda l'eccidio di 10 persone, tra partigiani e semplici cittadini, ad opera dei nazifascisti il 17 agosto 1944. Una crudele rappresaglia, svolta in diverse zone del capoluogo.
A sud del centro, lungo il Canale Scaricatore, un piccolo cippo ricorda i quattro martiri, quattro ragazzi impiccati sul vecchio ponte, fatto brillare tra il 29 e il 30 settembre 44 dai partigiani. I loro corpi furono lasciati appesi per giorni ma ora i loro nomi sono incisi sulla pietra, a pochi metri di distanza.
E poi ancora Palazzo Giusti, in via San Francesco. Un luogo di prigionia e tortura, diventato nel novembre del 1944 sede della terribile "banda Carità".
Tra le vittime delle violenze anche il professor Egidio Meneghetti, autore della "canzone della nave". Un canto per incoraggiare i prigionieri a resistere alle torture, oggi esposto sotto i portici.
Infine non può mancare Palazzo Bo, cuore dell'Università, fucina di antifascimo e resistenza. Una lunga lista di nomi ancora accoglie visitatori e studenti. Sono quelli di chi ha dato la vita, per garantire a noi la libertà.
A loro fa eco dal 95 "Resistenza e Liberazione", il monumento di Kounellis, tra i più influenti artisti dell'arte contemporanea in Italia.