TUTORE INFEDELE RUBA (E PERDE) I SOLDI AGLI ANZIANI
                                
                                    
La storia, già di per sé, è di una gravità inaudita. Un amministratore di sostegno, cioè un professionista incaricato dal tribunale di prendersi cura dei beni e degli averi di persone in difficoltà fisiche o psicologiche, e impossibilitate a provvedere per sé, si era intascato mezzo milione di euro sottraendolo, nei modi più disparati, a ben 19 dei suoi assistiti che seguiva in qualità di tutore. Persone bisognose, lasciate senza un soldo quando lui, invece, avrebbe dovuto proteggerle e amministrarne gli averi.
L'aspetto che la rende, nella gravità del suo complesso, una storia che ha persino dei tratti esilaranti, è che è stato lui stesso - vecchia volpe - a far scoprire tutto alla Guardia di Finanza. Perché forse dimenticandosi che quei soldi non erano suoi, si era presentato alle fiamme gialle per denunciare di essere stato vittima di una truffa: aveva investito in criptovalute, e aveva perso tutto.
Il magistrato ora ne ha chiesto il rinvio a giudizio e ha ordinato il sequestro dei suoi beni: 71enne, di professione avvocato e originario di Trebaseleghe, tra il 2021 e il 2024 avrebbe prelevato dai conti dei suoi assistiti cifre considerevoli, delle quali poteva disporre senza problemi in quanto amministratore di sostegno, e l'avrebbe poi fatto transitare nei suoi conti bancari. Revocatogli l'incarico, sono stati i nuovi amministratori, nominati dal tribunale, a denunciare gli ammanchi dai conti dei loro assistiti. L'uomo, perso tutto coi bitcoin, risulterebbe ora nullatenente e non si sa se riuscirà allora a risarcire le sue vittime, qualora il giudice arrivasse a condannarlo. Di certo, il suo comportamento è stato doppiamente esecrabile: non solo perché è un reato, ma perché rischia di mettere le persone a dubitare della buona fede di professionisti come gli amministratori giudiziari, figure indispensabili nelle situazioni in cui vengono incaricate.