30 MILIONI DI FALSE FATTURE, "BUSINESS" DELLE FRODI
C’erano auto di lusso, c’erano 70 mila euro pronti per la costituzione di un'attività commerciale nel centro di Verona, 204 mila euro per l'acquisto da un negozio in provincia di Brescia, ma anche orologi Rolex e un motoscafo Riva di 15 metri del valore di circa centomila euro. Tutti beni finiti sotto sequestro, la bellezza di 15 milioni di euro tra contanti, beni mobili e immobili cui la Guardia di Finanza di Cremona ha messo i sigilli su disposizione della Procura di Brescia.
I Finanzieri lombardi hanno collaborato con i colleghi di altre sei province (Brescia, Bergamo, Padova, Verona, Treviso e Bolzano), e il Reparto operativo aeronavale di Como, eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare e un decreto di sequestro preventivo nei confronti di 24 società e 12 persone, finite a vario titolo in carcere o agli arresti domiciliari.
Una presunta associazione a delinquere con la quale gli indagati avevano messo in piedi un complesso sistema di frode emettendo fatture per operazioni inesistenti a società create ad hoc, o in altri casi con altre ditte realmente operanti grazie al lavoro di centinaia di operai edili, per i quali però contributi e ritenute fiscali erano versati truffando il fisco grazie alla compensazione di crediti Iva inesistenti.
Le indagini delle Fiamme Gialle sono riuscite a ricostruire un giro di false fatture per la bellezza di almeno 30 milioni di euro. Proventi illeciti, che poi venivano riciclati con il trasferimento di milioni di euro a due società, una austriaca e una in provincia di Padova, gestite da due italiani (un padovano e un trevigiano) ma di fatto residenti in Austria.
Un business fraudolento che nei nostri territori, di questi tempi, sta vedendo le forze dell’ordine impegnate costantemente, nella lotta all’illecito. Le frodi fiscali, infatti, molto spesso avvengono attraverso proprio il sistema delle false fatturazioni.