AUTONOMIA, VERDETTO CHE FORTIFICA LA LEGA IN VENETO
La sentenza della Corte Costituzionale, nei fatti favorevole all’autonomia differenziata tanto da mettere una pietra tombale sull’ipotesi di un referendum per cancellarla del tutto, è un nuovo tassello nella battaglia dialettica anche all'interno della maggioranza di Governo. Perchè permette alla Lega di essere sventolata, ancora una volta, come un vessillo sul Veneto, rivendicandone la leadership che gli ultimi quindici anni di amministrazione regionale non hanno mai messo in discussione, ma che le logiche di bilanciamento tra i partiti ora vorrebbero che il prossimo candidato presidente fosse di fratelli d’Italia.
È stato il capogruppo leghista in consiglio regionale, Alberto Villanova, a mettere bene in chiaro la questione legando le due grandi tematiche: terzo mandato e autonomia. «La Lega - ha detto Villanova - ha tutti i titoli per rivendicare ancora la guida di questa Regione: siamo stati gli unici, ancora una volta, a difendere gli interessi dei Veneti. La conseguenza politica di questo fatto è logica ed inevitabile».
Concetto che ricalca, in maniera perfetta, la posizione anche del presidente Zaia, che una settimana fa, nel pieno della bagarre, aveva minacciato di essere pronto a correre anche da solo, se la battaglia sul terzo mandato non fosse stata portata avanti dal suo partito. Ora la sentenza della Consulta gioca ancora una volta a favore del Carroccio, ma la partita è tutt’altro che scontata. In Parlamento, bisognerà riaprire infatti la discussione sul ddl Calderoli, che andrà riformulato in quei passaggi fondamentali (i Lep e la sussidiarietà, in particolare) che la stessa corte aveva cancellato nella sua sentenza di novembre. Successivamente, prima o poi, bisognerà anche capire se la famose questione del terzo mandato si riaprirà o no. Indicativo, a tal punto, è l’affondo del ministro Nordio, che ricordiamolo appartiene a Fratelli d’Italia, contro Mario Conte, sindaco della sua città di origine, in occasione di una visita nella Marca. “Sono nato in una Treviso che era sicura, bella e vivibile. Oggi, invece, i cittadini hanno paura di passeggiare in centro il sabato pomeriggio. È una situazione inaccettabile”, ha detto il Guardasigilli. E se consideriamo che proprio Conte potrebbe essere il cavallo di Zaia o della Lega, in un’ipotetica corsa alle regionali col centrodestra diviso, possiamo immaginare perfettamente le ragioni dell’affondo contro uno dei potenziali, futuri rivali nella corsa al Veneto.
