FINE PENA MAI? FILIPPO POTREBBE USCIRE A 50 ANNI
Il prossimo 18 dicembre, Filippo Turetta festeggerà, per modo di dire, il suo ventitreesimo compleanno dietro le sbarre. Sarà il primo compleanno da recluso a tutti gli effetti, dopo la sentenza di primo grado della Corte d'assise di Venezia che martedì l'ha condannato all'ergastolo. Il primo di molti, compleanni che trascorrerà nel carcere di Montorio Veronese: ha ucciso Giulia Cecchettin, i giudici l'hanno sancito nero su bianco, e l'ha fatto in maniera premeditata, dopo aver studiato e predisposto ogni cosa per il rapimento e l'omicidio dell'ex fidanzata. La corte non ha riconosciuto altre due importanti aggravanti: quella della crudeltà e quella dello stalking. Circostanze decisamente particolari, la cui ragioni di capiranno quando verranno depositate le motivazioni della sentenza, entro 90 giorni. Un punto a favore del collegio difensivo di Turetta, anche in vista di un possibile appello che il suo avvocato, Giovanni Caruso, ha detto che valuterà solo quando avrà letto la sentenza nella sua completezza. Di certo, a Filippo non sono state concesse invece le attenuanti generiche, quelle che avrebbero anche potuto salvarlo dall'ergastolo. Anche per questo la Procura di Venezia ha perciò manifestato soddisfazione per la decisione della corte: I giudici hanno riconosciuto la premeditazione, hanno deliberato che l'omicidio di Giulia non è stato il frutto di un gesto improvviso e sconsiderato, ma il risultato di un proposito nato ormai da qualche giorno, e studiato in ogni particolare. Una scelta deliberata.
Turetta compirà 23 anni in carcere, tra due settimane. Ma il fatto che sia stato condannato all'ergastolo, non significa che non ne uscirà più. Nella giurisprudenza italiana, infatti, da tempo il "fine pena mai" è un concetto che non trova più completa applicazione: la Costituzione prevede che la pena abbia come proposito non quello di punire il detenuto, ma di rieducarlo e di prepararlo al reinserimento in società. Ed è per questo che in Italia, oggi, l'unica forma di carcere a vita è il cosiddetto "ergastolo ostativo", che spetta a mafiosi e terroristi che non vogliono collaborare con la giustizia. E che quindi, dimostrano di non aver capito la gravità delle loro azioni.
L'ergastolo, in realtà, prevede oggi la possibilità di un ritorno in libertà a seguito di un buon comportamento. Dopo aver scontato 26 anni, essersi ravveduto e aver adempiuto ai risarcimenti previsti dalla condanna, anche un ergastolano può chiedere la liberazione condizionale, ovvero essere liberato per un periodo "di prova" di cinque anni in libertà vigilata dopo cui, se non commette altri reati, può vedere estinta la sua pena. Un procedimento comunque che richiede approfondite analisi del detenuto, della su personalità e del suo percorso carcerario. Filippo Turetta, insomma, se seguisse questo percorso potrebbe tornare un uomo libero intorno ai 50 anni d'età. Nel mentre, potrebbe anche beneficiare dei primi permessi premio dopo aver espiato 10 anni di pena, e chiedere la semilibertà venti.