GUADAGNINO A VENEZIA CON "QUEER": C'È DANIEL CRAIG
Un look gioioso, con doppiopetto rosa, per portare a Venezia una tematica estremamente importante. Pedro Almodovar sbarca alla Mostra del cinema e acchiappa flash e fotografi, ma soprattutto lo fa per presentare in anteprima mondiale, e in concorso per il leone d’Oro, il suo ultimo film “La stanza accanto” con Tilda Swinton e Julianne Moore, prima pellicola del registra girata in lingua inglese.
Un film che racconta la storia di una donna malata terminale di cancro , delle sue malinconiche confidenze ad un’amica d’infanzia, e del tempo trascorso insieme a parlare del passato, della vita di successi e dei dolori di un lungo percorso familiare. Una malattia affrontata senza la voglia di intraprendere una nuova cura sperimentale. “Un film a favore dell'eutanasia e della libera scelta sul fine vita - ha detto Almodovar - la cosa terribile è che queste due donne devono comportarsi come delinquenti per portare avanti il loro progetto”. La donna compra la pillola che cerca sul dark web, e per provarci si dirigerà insieme all’amica in una meravigliosa villa isolata tra i monti a due ora da New York. "Una donna agonizzante, malata terminale, in un mondo altrettanto agonizzante" ha spiegato il regista., scagliandosi contro i negazionisti.
Nella serata di martedì, grande attesa invece per il terzo dei cinque film italiani in concorso al Lido. Sul tappeto rosso arriva “Queer”, di Luca Guadagnino, che torna in laguna a due anni dalla vittoria del Leone d'argento con Bones and All. Stavolta, con un dramma ambientato nel 1950: Daniel Craig interpreta William Lee, americano espatriato a Città del Messico, che perde la testa per un giovane ed enigmatico studente, Eugene Allerton, interpretato da Drew Starkey, che lo porterà per la prima volta a voler stabilire finalmente una connessione intima con qualcuno.