L'AUTONOMIA È LEGGE: ECCO IN CHE MODO CI SERVIRÀ
Dopo una battaglia parlamentare durata tutta la notte, una seduta fiume andata avanti per ora tra l'ostruzionismo delle opposizioni e la votazione, articolo per articolo, dei nove complessivi del ddl Calderoli, alle 7.40 del mattino arriva la votazione definitiva dell'aula. La votazione definitiva, dopo un anno e mezzo di percorso parlamentare, prima al Senato e poi a Montecitorio, che rende l'autonomia differenziata - a tutti gli effetti - una legge dello Stato italiano.
Ma adesso, nel concreto, che cosa cambierà per il Veneto e le regioni che per anni si sono battute, per avere l'autonomia? Il nodo cruciale del provvedimento è in sostanza l'attuazione del comma 3 dell'articolo 116 della costituzione: un provvedimento che rende effettiva una norma già prevista, ma mai finora applicata. Il ddl riguarda la possibilità, per le regioni a statuto ordinario, di vedersi attribuita, dietro richiesta, un'autonomia legislativa su 23 materie, alcune particolarmente delicate come la salute, l'istruzione, la tutela dei beni culturali, le reti di trasporto, la sicurezza sul lavoro o la protezione civile.
Quando una regione chiederà l'autonomia, su una o più materie, lo farà con una richiesta al Governo, che poi passerà al vaglio del Parlamento. Se e quando verrà approvata, l'autonomia su quella determinata materia permetterà alla regione di trattenere il gettito fiscale legato alle erogazioni dei servizi forniti sul territorio: i soldi non torneranno a Roma, per essere poi reimmessi nella circolazione della finanza pubblica, ma rimarranno in Regione per essere immediatamente investiti.
Il capitolo fondamentale è però quello dei LEP, i livelli essenziali delle prestazioni che devono essere garantiti per quelle materie concernenti diritti civili e sociali, e che dovranno essere garantiti equamente su tutto il territorio nazionale. Solo una volta garantiti i finanziamenti minimi per erogarli, l'autonomia diventerà possibile. E su questo scoglio, il programma politico è ancora in alto mare.
Fatto sta, che per la regione del Veneto, che nell'ormai lontano 2017 aveva richiesto l'autonomia differenziata con un referendum popolare, quello del 18 giugno 2024 rimarrà un giorno storico. Una battaglia lunga anni, con governi succedutisi in serie e che mai avevano preso veramente in mano la questione. Nonostante le pressioni delle opposizioni, stavolta il progetto diventa realtà. E fa la felicità del presidente della regione, Luca Zaia, che in mattinata ha tenuto una conferenza stampa proprio a Roma, dove si era recato martedì sera proprio per accogliere, sul posto, il via libera ormai imminente.