LE ARBOVIROSI IN VENETO, TRA WEST NILE E DENGUE
Aveva 96 anni Ester Maguolo, l'ultima vittima in Veneto del virus West Nile. Nonostante l'età avanzata la donna, mestrina, era sana e l'infezione l'ha privata dell'energia e delle gioie quotidiane, togliendola all'affetto dei suo cari senza dubbio prematuramente, dopo 10 giorni di febbre altissima e agonia.
No, le infezioni portate dalle zanzare non sono un problema secondario, né possono essere sottovalutate perché riguarderebbero in particolar modo alcune tipologie di persone.
L'ultimo report della Regione, datato al 24 agosto, fotografa un Veneto il cui le arbovirosi sono diffuse in numerosi territori.
37 i casi confermati di West Nile, soprattutto tra il padovano e il rodigino, 62 i casi di Dengue, 24 quelli di TBE, l'encefalite virale da zecca, 7 infezioni da Toscana Virus, 2 casi di Febbre Oropouche e 1 di Zika. E questo non includendo i casi sospetti e le altre infezioni meno note ma comunque presenti
È chiaro che fronteggiare queste malattie sarà una sfida sempre più importante. La tropicalizzazione delle aree temperate, come il Veneto, e i viaggi frequenti in altri paesi del mondo, fanno sì che anno dopo anno le infezioni si diffondano sempre più nel nostro territorio.
Disinfestazioni e trattamenti anti larve sono essenziali ma anche evitare i ristagni d'acqua nei giardini e usare repellenti. Attenzione particolare, poi, ai viaggi in paesi tropicali.
Anche se non può non sembrare, le arbovirosi ci coinvolgono tutti e tutte.