LEGITTIMA DIFESA: I CONFINI TRACCIATI DALLA LEGGE
Spara ad un ladro che tenta di entrare nella sua casa e non viene indagato. In questo caso la vittima dell'intrusione ha corso il rischio di venire colpita con un'arma e ha mirato senza volontà di uccidere. Un’azione che la procura ha considerato legittima difesa. Un fatto avvenuto a Rovigo, il 3 novembre. Secondo la legge, nei casi di violazione di domicilio il rapporto di proporzione tra reazione e aggressione sussiste sempre quando una persona, presente in casa o nel proprio negozio, usa un’arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo per difendere “la propria o l’altrui incolumità oppure i beni propri o altrui”. La Premier Meloni sottolinea senza indugio che "La difesa è sempre legittima". Alla presidente del Consiglio ha fatto immediatamente eco il vicepremier Matteo Salvini, rivendicando le norme volute dalla Lega nel 2019 sull'attenuazione dell'eccesso di legittima difesa che hanno portato la Procura a non iscrivere la vittima dell'intrusione nel registro degli indagati. Ma qual è il confine tracciato dalle norme e in cosa differiscono rispetto alle precedenti?