SANITÀ, SCUOLA, SOCIALE: CISL INTERROGA I CANDIDATI
Dieci punti, dalla sanità al sociale, dalla natalità al lavoro. Giovanni Manildo e Alberto Stefani, candidati a presidente di regione per le coalizioni di centrosinistra e di centrodestra, si confrontano faccia a faccia a Padova, davanti a circa duecento delegati della Cisl Veneta riuniti al Crowne Plaza. Il candidato leghista lancia il marchio 'Veneto 100%', una specie di certificato di garanzia per i prodotti realizzati in Veneto, e poi rassicura sull'autonomia differenziata, visto che proprio il 22 ottobre di otto anni fa si votò il referendum: nelle prossime settimane - sostiene Stefani - ci sarà negoziazione sulle prime quattro materie non Lep, compresa l'istruzione che potrebbe portare grandi favori al territorio soprattutto per le scuole materne, che per il Veneto per due terzi non sono pubbliche. Secondo Giovanni Manildo, candidato del campo largo, il giovane leghista ha invece più di qualche contraddizione col passato regionale leghista. "Molte posizioni di Stefani - ha sottolineato - sono critiche verso gli ultimi 15 anni marcati Zaia, un bel problema di discontinuità". Ma davanti ai sindacalisti della CISL sono altri i temi portanti della discussione: quello del lavoro, spiega il sindacato, è quello di cui forse ora si sta parlando ancora troppo poco in campagna elettorale.
Su molti altri temi, viceversa, le difficoltà sono note a tutti e due i candidati, e le soluzioni addirittura spesso convergono. La richiesta dei sindacati e della società civile, allora, è quella di non limitarsi a promesse e analisi, ma di stilare u vero patto per un nuovo Veneto che segua davvero con l'attuazione, tutte le prospettive che qui vengono promesse.