AFFITTI BREVI, VENEZIA CHIEDE INTERVENTI DECISI
Barcellona dichiara guerra agli affitti brevi, e Venezia che fa?
Nei giorni scorsi il Sindaco della città catalana ha annunciato che non saranno rinnovate le licenze degli oltre 10 mila appartamenti che vengono affittati ai turisti. Licenze che scadono nel 2028, il che significa che dal 2029 potranno continuare a lavorare solo hotel e bed and breakfast.
Una notizia che ben presto è arrivata anche nel capoluogo lagunare che da anni cerca di trovare una soluzione al proliferare degli affitti brevi. Che, a detta di opposizioni, comitati e associazioni, sono una delle principali cause dello spopolamento di Venezia: i residenti infatti preferiscono trasferirsi in terraferma e mettere i loro alloggi in affitto ai turisti.
Per questo due anni fa in Parlamento era stato approvato l’Emendamento Pellicani, che dà la possibilità, solo a Venezia, di dotarsi di un regolamento per limitare il fenomeno.
E proprio in questi giorni l’amministrazione comunale ha presentato alle categorie economiche la bozza: tutta una serie di regole per tutelare chi vuole affittare ma senza causare degrado in città. Chi le seguirà potrà continuare ad affittare per tutto l’anno, gli altri solo per 120 giorni.
Una via di mezzo che però a molti non piace. E c’è chi allora chiede anche a Ca’Farsetti gesti forti e significativi, sulla scia di quanto sta succedendo a Barcellona. Anche se, è bene specificarlo, al momento i Comuni non possono intervenire sulle locazioni sotto i 120 giorni. A farlo, allora, dovrebbe essere una legge nazionale che però non c’è.
La bozza di regolamento per Venezia, intanto, arriverà nelle prossime settimane in Consiglio comunale: primo passo per la sua approvazione definitiva.