AUTOVELOX NEL MIRINO, RISCHIO DANNO ERARIALE
Autovelox spenti per evitare un buco nel bilancio. È lo scenario che si sta delineando nei Comuni di San Donà e Musile di Piave, dove i ricorsi contro le multe per eccesso di velocità stanno mettendo a rischio i conti pubblici.
Tutto parte da Meolo, dove l’autovelox sulla Treviso Mare è stato disattivato dopo dieci sentenze sfavorevoli nel solo 2024. Il giudice di pace di San Donà ha accolto tutti i ricorsi presentati dagli automobilisti, contestando la mancata omologazione del dispositivo.
Ora anche San Donà potrebbe seguire la stessa strada. Due gli impianti a rischio spegnimento: quello di Passarella e quello a Santa Maria di Piave, vicino al confine con Jesolo. I funzionari comunali hanno allora chiesto al sindaco Alberto Teso di intervenire per evitare un possibile danno erariale, innescato dalle spese legali dei ricorsi.
Il Comune ha deciso di impugnare alcune decisioni in Tribunale, ma il secondo grado di giudizio impone l’assistenza legale. E in caso di sconfitta, oltre alla restituzione delle multe, ci sarebbero da pagare anche le parcelle degli avvocati.
A Musile di Piave, invece, la sindaca Silvia Susanna non intende arretrare. Anche lì l’autovelox lungo la statale 14 ha generato decine di ricorsi, sempre per la questione dell’omologazione. Ma la sindaca si appella a una circolare del Ministero dell’Interno e al parere della Prefettura, che smentisce la necessità dell’omologazione. Una battaglia aperta, fatta di interpretazioni normative diverse.
Intanto, la Corte dei Conti ha aperto un’indagine: le segnalazioni arrivate da associazioni di tutela degli automobilisti mettono in discussione la sostenibilità economica di questi dispositivi. E ora si attende una decisione definitiva che potrebbe fare da spartiacque per molti altri Comuni.