MADURO LIBERA UN PRIGIONIERO FRANCESE: E TRENTINI?
Si è conclusa dopo cinque mesi la detenzione senza accuse di Camilo Castro, cittadino francese fermato a giugno al confine tra Venezuela e Colombia e rimasto in prigione fino alla decisione, arrivata in queste ore, del regime di Nicolás Maduro di rimetterlo in libertà.
La vicenda riporta immediatamente l’attenzione sul caso di Alberto Trentini, cooperante veneziano di 46 anni, rinchiuso nello stesso carcere da esattamente un anno. Anche per lui nessuna accusa ufficiale, pochissime possibilità di comunicare con l’esterno e una sola visita consolare in dodici mesi.
La liberazione di Castro è arrivata dopo settimane di contatti diplomatici tra Parigi e Caracas, mediati da Brasile e Messico. Un’azione decisa che ora molti chiedono anche al governo italiano, affinché adotti la stessa determinazione mostrata dalla Francia per ottenere il rilascio di Trentini.
Nel giorno dell’anniversario del suo arresto, la famiglia è tornata a chiedere un intervento urgente di Palazzo Chigi. Alberto Trentini è vittima della cosiddetta “diplomazia degli ostaggi”, una pratica che il regime venezuelano utilizza sistematicamente da anni per ottenere concessioni e riconoscimenti degli altri paesi. Sono solo una cinquantina ad oggi che riconoscono il governo di Maduro.
E cresce anche la pressione dell’opinione pubblica affinché l’Italia intensifichi gli sforzi diplomatici e riporti a casa Alberto Trentini, da un anno in attesa di spiegazioni e di giustizia.