MOSE IN PENSIONE ENTRO MEZZO SECOLO. E POI?
Entro la fine del secolo il Mose non sarà più sufficiente a salvare Venezia dall’acqua alta. A lanciare l’allarme è una delle voci più autorevoli nel panorama internazionale: il professor Andrea Rinaldo, ingegnere idraulico vincitore del prestigioso Nobel dell’acqua.
Secondo le stime da qui al 2100 il livello del mare potrebbe alzarsi anche di un metro, ma a Venezia gli effetti del cambiamento climatico sono destinati a vedersi anche prima: già tra una cinquantina d’anni il numero di innalzamenti delle paratoie sarà incompatibile con la vita della città e con il traffico acqueo tra laguna e Mare Adriatico.
“Per fare il Mose – ha sottolineato Rinaldo - ci sono voluti 60 anni, da quando si è cominciato a parlarne. L’opera durerà meno del previsto e al momento non sappiamo cosa fare dopo”.
Per questo il Nobel dell’Acqua auspica che presto i migliori esperti in materia, provenienti da tutto il mondo, possano sedersi attorno allo stesso tavolo per cominciare a pianificare il futuro.
Un’opera, insomma, destinata a finire nel cassetto entro meno di 50 anni, eppure ancora alle prese con le polemiche che la accompagnano fin dalla sua nascita.
A partire dai costi: per realizzarla ci sono voluti 7 miliardi di euro, a cui bisogna aggiungere i 200 mila euro necessari per ogni sollevamento: operazioni non del tutto automatiche che richiedono la presenza di circa 60 operai.
E poi c’è il nodo manutenzioni: secondo le ultime stime ciascuna delle 78 paratoie costerà 3 milioni di euro. Per questo il conto della manutenzione, inizialmente stimato in circa 50 milioni all’anno è destinato a salire fino ad oltre 100 milioni.
Fino alle polemiche sul funzionamento: a 22 anni dalla posa della prima pietra, nel maggio 2003, l’opera ancora non è stata collaudata. E non lo sarà mai, sostengono alcuni ingegneri esperti di opere off shore, che evidenziano come manchi un progetto certificato sul comportamento delle paratoie.
Fino ad ora, comunque, il Mose il suo dovere l’ha fatto, e acque alte come quella del novembre 2019 non le abbiamo più viste. Evitando più di due miliardi e mezzo di danni, secondo dati del Ministero dei Trasporti.
Ma cosa fare quando sarà ora di mandarla in pensione? E’ già arrivato il momento di pensarci.