IL GIUBILEO DELLA COMUNICAZIONE
In una Roma calda e soleggiata , quasi primaverile, circa 10.000 tra giornalisti e operatori provenienti da 138 paesi del mondo, hanno partecipato al Giubileo della Comunicazione.
La domanda posta a inizio lavori è stata: si può comunicare la speranza?
Primo appuntamento venerdì sera con la celebrazione di cardinal Reina.
Con la Messa internazionale della memoria liturgica di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, il vicario generale del Papa per la diocesi di Roma ha aperto nella basilica di San Giovanni in Laterano il Giubileo del Mondo della Comunicazione indicando l’esempio della “comunicazione mite”, “che collabora con la verità”,
Così è iniziato il weekend dedicato ai professionisti della comunicazione che ha visto una delegazione di circa 50 professionisti veneti di tutte le principali testate TV, radio, web e carta stampata. Un pellegrinaggio organizzato da Sabrina Doni e Sara Melchiori per la Diocesi di Padova, per condividere con i colleghi il momento giubilare.
Nella giornata di sabato il pellegrinaggio fino a piazza San Pietro, quindi il tradizionale transito per la porta Santa e l’accesso alla Basilica.
Nell’aula Paolo VI, prima una conferenza moderata dal giornalista Mario Calabresi, con il premio Nobel Maria Ressa e lo scrittore Colum McCann, seguita da un breve concerto con il Maestro Ugo Ughi.
Quindi l’atteso incontro col Santo Padre Papa Francesco.
Il discorso più breve della storia dei Papi, ha commentato qualcuno, perché, Bergoglio con la sua consueta semplicità a cui ci ha abituati: “Mi hanno dato un discorso di 9 pagine, ma è quasi ora di pranzo” e ha riconsegnato il discorso al Prefetto.
Ha proseguito il Papa:
“Comunicare è uscire da se stessi per dare al prossimo.
I comunicatori fanno un lavoro che costruisce, a patto che sia vero.
Molti reporter hanno firmato il lavoro col sangue, e vanno liberati i giornalisti incarcerati”.
A seguire Francesco ha salutato i giornalisti concedendosi con un lungo percorso tra i partecipanti.