VERSO LA STABILITA’ IN MEDIO ORIENTE?

Mentre il bilancio dei morti nelle ultime 24 ore a Gaza sale a 61, uno spiraglio di luce si lascia intravedere, in quanto sembra che la guerra sia vicina a una tregua, che permetterebbe, tra le altre cose, il rilascio di 5 soldatesse israeliane, in cambio di 250 detenuti palestinesi.

I negoziati, mediati dal Qatar, sono al punto più vicino a una tregua degli ultimi mesi, ed è stato confermato che Hamas abbia già accettato l’accordo.

Manca quindi solo la conferma da parte israeliana.

L’accordo prevederebbe anche il rilascio di 1000 detenuti palestinesi.

In Israele, forti sono le proteste delle famiglie degli ostaggi, che fanno pressioni sul ministro della difesa Israel Katz, affinché garantisca il rilascio degli ostaggi.

E’ un momento delicato nella regione: la guerra, iniziata ufficialmente il 7 ottobre 2023, ha portato alla morte di almeno 46.000 palestinesi,come confermato dal ministero della salute di Gaza.

Nell’ultima settimana, le forze israeliane hanno iniziato a ritirarsi dal sud del Libano, come pure la controparte Hezbollah che, facendo fede agli accordi per il cessate il fuoco dello scorso 27 novembre, deve ritirarsi a 30 km dal confine con Israele, creando una zona cuscinetto, smilitarizzata.

Si è ancora alla ricerca di un nuovo equilibrio in Siria, dopo la caduta, lo scorso mese, del regime di Assad.

In queste ore, nella capitale saudita Riad, è in corso il vertice tra rappresentanti del Medio Oriente, dell’UE e dell’ONU, per decidere sul futuro della Siria.

Al Jolani, capo dell’esecutivo di transizione, chiede un sollevamento delle sanzioni internazionali applicate a Damasco, ma i rappresentanti esteri vogliono prima vedere come si comporta questo nuovo ente.