CASE ATER, GRADUATORIE DA RIFARE: IL CASO IN VENETO
Una bella gatta da pelare, che coinvolge le case popolari e più nello specifico le graduatorie di assegnazione. Graduatorie che l'Ater, l'azienda regionale che gestisce gli alloggi pubblici, rischia di dover cancellare e rifare da zero.
Il motivo, è contenuto in una sentenza del tribunale di Padova, che pochi giorni fa ha accolto un ricorso presentato da alcune associazioni di cittadini - come Asgi, Razzismo Stop e Sunia - contro il requisito fissato dalla regione Veneto per poter concorrere ad un alloggio ERP: l'essere residente in Veneto da almeno cinque anni.
Fino ad ora, questo criterio era condizione minima per poter accedere alle graduatorie. ora, però, per i giudici padovani va cancellato: si tratterebbe infatti di un principio discriminatorio, perché penalizzerebbe i cittadini stranieri. Non è un fulmine a ciel sereno, per Palazzo Balbi: ad aprile scorso era stato chiesto un parere alla Corte Costituzionale, proprio dai giudici padovani chiamati ad esprimersi nel merito. E la Consulta aveva bocciato la legge veneta, scrivendo che questo criterio contrasta con il diritto all'abitazione ed è del tutto irragionevole: per la regione è un criterio che serve a dare una casa popolare solo a chi abbia davvero l'intenzione di stabilirsi in Veneto, per la corte chi versa in grave situazione di bisogno avrebbe proprio l'esigenza di spostarsi molto spesso, per cercare un impiego. La decisione dei giudici di Padova, perciò, arriva come conseguenza della decisione della Consulta. E la regione preannuncia ricorso.
Zaia, sulla questione, preannuncia che la regione farà ricorso. Ma se la querelle non dovesse portare ad un nuovo ribaltamento, la Regione sarebbe costretta a cancellare tutte le graduatorie ora in essere, e a riscriverle daccapo inserendo chi era stato escluso per il vincolo temporale.