NICOLETA NON SI UCCISE: ERGASTOLO PER ERIK ZORZI
Non fu un suicidio, ma un omicidio volontario. La presidente della Corte d’assise del tribunale di Padova, la giudice Domenica Gambardella, legge nel primo pomeriggio la sentenza che condanna Erik Zorzi, 42enne di Abano terme, al massimo della pena. Alla lettura della sentenza, l’imputato, presente in aula al fianco dei suoi avvocati, non reagisce e rimane impassibile. Piangono, invece, ed è un pianto liberatorio, la mamma e i familiari di Nicoleta, arrivati dalla Moldavia. I presenti, al termine della lettura della decisione, abbozzano addirittura un applauso. Non consentito, ovviamente, e pertanto smorzato dalla corte con disappunto. Ma la soddisfazione è tanta, da parte dell’accusa e delle parti civili: Erik Zorzi aveva provato a far credere a tutti che Nicoleta si fosse uccisa, che si fosse stretta la cintura al collo da sola. Era invece stato lui, i cui maltrattamenti da tempo erano stati denunciati dalla donna. Purtroppo, senza che nessuno le credesse abbastanza.
Nella notte tra l’1 e il 2 agosto del 2023 i Carabinieri arrivarono nella casa in cui Erik Zorzi ancora conviveva con l’ex moglie, Nicoleta Rotaru, dalla quale però era già formalmente separato, trovando la dona chiusa in bagno e senza vita, con una cinta intorno al collo. Lui parlò di suicidio, e gli inquirenti gli credettero senza andare a fondo della questione. E questo nonostante lei lo avesse già denunciato. Fu allora il ritrovamento nel telefono di Nicoleta di migliaia di clip audio, da lei stessa registrati, a cambiare la storia processuale. Erik Zorzi venne arrestato il 20 marzo, oltre sei mesi dopo quella notte, perché tra le registrazioni c’era anche l’ultima, quella della notte fatale. Un audio in cui si sentono i momenti terribili in cui lui sarebbe salito a cavalcioni sopra la donna, che dormiva, strangolandola con la cintura poi utilizzata per simularne il suicidio. La corte d’assise è stata molto critica, nei confronti dell’operato degli inquirenti: gli atti sono stati trasmessi alla procura generale della Corte d’Appello, per valutare se ci siano state delle omissioni penalmente rilevanti da parte dei Carabinieri.
Erik Zorzi sconterà la pena dell’ergastolo, condannato per omicidio volontario con le aggravanti del legame con la vittima e della minorata difesa, visto che Nicoleta venne aggredita mentre dormiva. I suoi legali, hanno già annunciato che sicuramente ricorreranno in appello.