notizie / 28/10/2025 10:52

TURETTA, LA PROCURA TIRA DRITTO: L'APPELLO SI FARÀ

Il processo di secondo grado a Filippo Turetta si farà. E la prima udienza, come da programma, si dovrebbe tenere il 14 novembre prossimo nell'aula bunker di Mestre, nonostante il giovane di Torreglia abbia rinunciato al ricorso in appello contro l'ergastolo a cui è stato condannato in primo grado.

La notizia era nell'aria, e nelle ultime ore se n'è avuta conferma. Nonostante la difesa, con una lettera firmata brevi manu dal killer reo confesso di Giulia Cecchettin, abbia alla fine ritirato il ricorso per ottenere uno sconto di pena in appello, la Procura di Venezia ha deciso comunque di tirare dritto e andrà avanti anche in secondo grado per riconoscere invece tutte le aggravanti contestate al giovane.

Turetta, condannato nel dicembre di un anno fa al massimo della pena, si era visto "scontare" dalla corte d'assise di Venezia le aggravanti della crudeltà e dello stalking. Cosa che non gli aveva comunque permesso di evitare l'ergastolo, per il quale erano sufficienti l'omicidio volontario e la premeditazione, cosa che tuttavia non era andata giù all'accusa, che ancora oggi ritiene di avere in mano prove sufficienti della colpevolezza anche nei confronti di queste due prerogative.

La procura generale di Venezia, insomma, ricorre comunque in appello: non per modificare la pena a Turetta, che anche venissero riconosciute altre due aggravanti rimarrebbe sempre all'ergastolo, ma per sancire un principio di merito che serva anche dal punto di vista giurisprudenziale per il futuro: e cioè chiedere alla Corte d'Appello di riconoscere che Turetta era ossessivo e aveva commesso nei confronti di Giulia atti persecutori, nonostante lei stessa gli abbia concesso quell'ultimo fatale incontro, e pure che 75 coltellate configurano l'aggravante della crudeltà che in primo grado era stata esclusa. Il riconoscimento delle aggravanti, insomma, avrebbe un valore simbolico e giuridico, ma non modificherebbe la pena di Filippo.

In secondo grado, nell'aula bunker di Mestre, la difesa di Turetta sarà ancora rappresentata dagli avvocati Giovanni Caruso e Monica Cornaviera, mentre la famiglia di Giulia sarà tutelata come in primo grado dagli avvocati Stefano Tigani, Nicodemo Gentile e Piero Coluccio.

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