notizie / 16/09/2024 14:44

VENEZIA 81 E I SEGNALI DEL CINEMA CHE STA CAMBIANDO

Con il Leone d'Oro a Pedro Almodovar, e al suo "La stanza accanto" che jha commosso e strappato applausi, nel suo racconto intimo e struggente dell'eutanasia e della libera scelta sul fine vita, Venezia ha chiuso l'edizione numero 81 della Mostra del Cinema mettendo quasi tutti d'accordo. Concordi, la stampa e la critica, sul premio per il miglior film e sull'interpretazione magistrale di Tilda Swinton e Julianne Moore. Concordi, però, anche sul fatto che il cinema ormai stia davvero cambiando.

L'edizione numero 81 della mostra d'arte cinematografica - record di pubblico con un bel +14%di biglietti venduti - era annunciata come la più ricca di star che non si vedesse da tempo, e tale è stata. Divi e dive del cinema, anche questo è un dettaglio da considerare, per gran parte abbastanza in avanti con l'età: l'anno scorso la scena l'aveva rubata la straordinaria Emma Stone di Povere Creature, quest'anno i riflettori sono stati per Nicole Kidman, Brad Pitt, George Clooney. E anche Lady Gaga, in un complesso di attori e attrici apprezzatissimi, ma abbastanza agè.

Il segno di un cinema che viaggia verso un futuro diverso, dopo due decenni in cui il digitale l'ha stravolto per sempre. E nel panorama di serie tv e broadcast che prendono sempre più piede, il grande cinema risponde con film sempre più lunghi: la durata infinita è stato il filo conduttore di molte pellicole, opere che sfondavano le due ore di durata per arrivare anche sopra le tre. Come se agli autori di oggi il cinema "classico" non basti più, come se la creatività dei registi non potesse essere più contenuta in certi limiti.

Il Leone d'argento per "The Brutalist" (tre ore e mezza), secondo i critici, avrebbe potuto lasciare un segno ancora più profondo che fosse riuscito a rimanere in un unico atto. Il cinema ogni tanto cerca di imitare la serialità, costruendo un divano di casa nella sala in cui incollarsi ad una storia in più parti. Ma cerca anche di rispondere al contenuto mordi e fuggi dei social, quello che vedi e scorri via e nemmeno ti ricordi di aver visto, provando al contrario a creare un effetto immersivo e un’esperienza completa, capace di richiedere anche ore di attenzione. Rimane da capire, è questo il rischio, se anche lo spettatore-medio, sarà di bocca buona come quello della Mostra del Cinema.

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