FIRMATO L’ACCORDO, MA NON È ANCORA FINITA
Intorno alle 7 del 17 gennaio, ora italiana, è stato ufficialmente firmato l’accordo di cessate il fuoco e rilascio degli ostaggi a Doha. Presenti, oltre alle delegazioni di Hamas e Israele, anche i funzionari statunitensi e qatarioti. Lo riferisce il media israeliano Ynet.
Netanyahu ha indetto per oggi un vertice del suo gabinetto politico di sicurezza, dopo il quale si dovrà riunire il governo per approvare definitivamente l’accordo
Ci si aspetta una riunione tesa, viste le minacce negli scorsi giorni del ministro della sicurezza nazionale, Itamar Ben-Gvir e di quello delle finanze, Bezalel Smotrich, fortemente contrari a qualsiasi tipo di concessione a Hamas.
In particolare, Ben-Gvir avrebbe minacciato di dimettersi in caso l’accordo passasse, mettendo in seria difficoltà la sopravvivenza politica del primo ministro, che ha finora governato basandosi su una maggioranza assoluta molto risicata, possibile solo grazie ai due partiti di ultra destra dei due ministri.
Diverso sarebbe l’approccio di Smotrich, che voterebbe contro l’approvazione dell’accordo, ma resterebbe nel governo.
In ogni caso, anche se l’accordo dovesse passare, e Ben-Gvir non si dimettesse, ciò vorrebbe dire che Netanyahu avrebbe dato delle concessioni ragguardevoli al ministro della sicurezza nazionale, in particolare riguardo a nuovi insediamenti in Cisgiordania.
Dovremmo comunque aspettarci l’approvazione dell’intesa, grazie ai voti dell’opposizione, guidata dal centrista Yair Lapid. Sarebbe comunque una soluzione temporanea e la sopravvivenza del governo non sarebbe affatto scontata, in futuro.
A Gerusalemme, si sono avvicendati scontri tra la polizia e attivisti anti-accordo, preoccupati per la sicurezza nazionale, dato che Hamas non verrebbe distrutta e avrebbe anzi occasione di ricostruirsi con questa tregua.
I leader del G7 hanno esortato definendo l’accordo uno “sviluppo significativo” e hanno invitato le parti a rispettarlo, nonché a risolvere la catastrofica situazione umanitaria a Gaza.
Il ministro della difesa Crosetto ha autorizzato la partenza di 50 tonnellate di aiuti umanitari diretti a Cipro, per poi essere trasmessi alla popolazione disastrata di Gaza.