SUL SOGLIO DI PIETRO ORA C’E’ UN PAPA AMERICANO
Robert Francis Prevost, ormai per tutti Leone XIV, è il primo nordamericano nella storia della Chiesa a salire sul soglio di Pietro. Un’elezione che segna un momento storico, ma anche un passaggio delicato per i futuri equilibri tra fede e potere.
“Che emozione, e che grande onore per il nostro Paese” ha commentato il Presidente Trump.
Ma Prevost, vescovo agostiniano, è tutt’altro che un trumpiano. Anzi, ha più volte criticato duramente proprio le politiche migratorie dell’attuale amministrazione statunitense.
“Il meno americano tra i cardinali americani” ha sottolineato qualche commentatore, proprio per rimarcare la differenza di vedute tra il Pontefice e il tycoon.
Eppure sono in molti a credere che la politica americana voglia approfittare di questa elezione per rafforzare il proprio ruolo anche sul piano spirituale. Nei giorni scorsi aveva fatto discutere una foto diffusa dalla Casa Bianca che mostrava Trump vestito da Papa: un’immagine che molti avevano letto non come una semplice boutade, bensì come un messaggio simbolico, forse diretto proprio al Conclave.
Il nuovo Papa dovrà ora muoversi con attenzione. Accetterà le pressioni di Washington o riaffermerà con forza l’autonomia della Chiesa?
La storia offre un precedente: la riforma gregoriana dell’XI secolo, quando Papa Gregorio VII si oppose con fermezza all’imperatore, rivendicando l’autorità del Papa sulle nomine ecclesiastiche.
Oggi, come allora, il rischio è di assistere a un nuovo scontro tra potere spirituale e potere politico. Resta da capire da che parte si schiererà Leone XIV.
Il mondo guarda a Roma. Ma, per la prima volta, anche a Washington.