GUERRA ALLE KEY BOX: MA CHI TUTELA I PROPRIETARI?
Stretta sulle key box: nei giorni scorsi il Ministero dell’Interno ha pubblicato una circolare sugli affitti turistici che impone, per motivi di sicurezza, che il check in nei b&b sia fatto di persona. Il proprietario, insomma, deve poter vedere in faccia e identificare i suoi clienti. Cosa che il check in da remoto non consente.
Quello delle cassettine di sicurezza che contengono le chiavi per accedere negli alloggi presi in affitto dai turisti è un tema che Venezia conosce bene, tanto che nel regolamento presentato nelle scorse settimane dal Comune, i proprietari che vogliono affittare ai turisti per tutto l’anno, e non solo per 120 giorni, devono essere presenti al momento del check in.
L’obiettivo è duplice: regolare e limitare l’overtourism da un lato, riportare residenti a Venezia dall’altro.
Ma è davvero la misura corretta per ottenere questi risultati? La stretta sugli affitti ai turisti è sufficiente da sola a far sì che le case vengano messe in affitto alle famiglie?
La risposta è no se, oltre alle regole per i bed and breakfast, non vengono attivati anche altri provvedimenti.
A un proprietario di un appartamento, oggi, conviene affittare ai turisti piuttosto che a una famiglia. Intanto perché è più redditizio, e poi perché non incorre nel rischio di morosità da parte degli inquilini. E nel momento in cui succede, il proprietario è lasciato da solo, senza alcun intervento dello stato.
Stato che, se gli inquilini realmente non hanno le possibilità di pagare l’affitto, dovrebbe poter garantire lui, almeno temporaneamente, quegli introiti al proprietario.
E se invece gli inquilini, semplicemente, non vogliono pagare, dovrebbe intervenire con più decisione.
Come dovrebbe intervenire per sgomberare alloggi per turisti occupati abusivamente. E’ il caso, a Padova, di un appartamento che il proprietario si è visto restituito dopo un mese da una trentina di persone che vi si erano stabilite senza diritto.