ZONA ROSSA A PADOVA, UNA SOLUZIONE SOLO A META'
La zona rossa di Padova c'è da poco più di un mese ma rischia di essere una soluzione solo a metà. Con la sua istituzione l'area intorno alla stazione di Padova è stata sottoposta a speciali controlli, diventando non accessibile ai pregiudicati.
A distanza di poco più di un mese dalla sua creazione è possibile tracciare un primo bilancio di questa misura tanto discussa. I numeri li ha forniti la Prefettura. Oltre 600 agenti impiegati sul campo, circa 2300 persone controllate. Non solo: almeno 28 gli ordini di allontanamento.
Da una parte, dunque, i risultati non sono mancati, quantomeno nella zona strettamente sorvegliata. Ma dall'altra, nelle scorse settimane, si sono fatte sentire le voci di chi si è detto contrario a questo provvedimento. Si è fatta anche strada la possibilità di ampliare la "zona rossa", in particolare verso l'Arcella.
Eppure, se è vero che l'area più controllata è diventata più sicura, non è detto che lo stesso si possa dire per i dintorni.
Il rischio, come più volte abbiamo sottolineato, è che criminali e malintenzionati semplicemente cambino zona, si diffondano altrove. La zona rossa, anche nella sua eventuale forma estesa, sarebbe insomma una soluzione a metà.
Non risolverebbe alla radice il problema della delinquenza, disperdendola nel resto di Padova. Un effetto collaterale di cui tener conto.