INCHIESTA PALUDE, BORASO A GIUDIZIO IMMEDIATO
Quattro delle 33 persone coinvolte nell'inchiesta per corruzione che ha travolto l’amministrazione comunale di Venezia andranno a giudizio immediato il prossimo 27 marzo. Tra gli imputati figura l'ex assessore comunale Renato Boraso, accusato di aver favorito imprenditori in cambio di mazzette.
La decisione di procedere con il giudizio immediato è stata presa dal giudice per le indagini preliminari Alberto Scaramuzza, a seguito delle richieste dei pubblici ministeri Federica Baccaglini e Roberto Terzo.
L'inchiesta si basa su un articolato giro d'affari che avrebbe coinvolto numerose operazioni immobiliari, tra cui la realizzazione di parcheggi, infrastrutture, lavori di manutenzione nelle scuole e la modifica della destinazione d'uso di alcune aree. Le accuse riguardano un sistema corruttivo in cui gli indagati avrebbero pagato tangenti per favorire la realizzazione di questi progetti. In particolare, Boraso sarebbe stato il principale punto di riferimento per le imprese coinvolte, svolgendo un ruolo cruciale nel garantire l’approvazione degli atti amministrativi.
L’inchiesta, inoltre, ha portato alla luce un filone che riguarda la compravendita di Palazzo Papadopoli e la trattativa mai conclusa per l’area dei Pili di Marghera, per cui sono indagati anche il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il capo di gabinetto e il direttore generale del Comune.